Copertina di Valeri Dyrzi Tarazov
Nota redazionale in quarta di copertina
Racconti come capitoli di un romanzo albanese della lacerata
storia dell'autore e del suo popolo, con una dirompente e aspra realtà
che travolge il mondo italiano dove spesso i protagonisti, prigionieri
della loro fede comunista, sono sconvolti dalle rivelazioni di chi l'utopia
marxista-leninista ha violentemente subito.
L'ex prigioniero politico, in fuga dalla propria patria
ormai solo "terra", a Milano, a Roma o a Vienna riaffiora dall'abisso e
lo ripercorre con la parola, lo testimonia con le vicende in un passeggiare
all'indietro, metafora della memoria, del mondo rovesciato, capovolto e
degradato o in un andare all'incontrario quale ritorno all'innocenza.
Il vissuto kafkiano e orwelliano rappresentato con il
paradosso, l'assurdo, l'ironia e il sarcasmo, fino al bizzarro tragico,
appare come un lontano microcosmo prettamente albanese che lo scrittore
trasforma in un universo nel quale si affermani i valori.
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