Bibl.: «L’Arno», Pisa, VI (1993), N. 18 (16 ottobre), p. 6
Giovanni Armillotta
I TRENTANNI DELLA BIBLIOTECA
COMUNALE DI PISA
Già prima della fondazione
la Biblioteca Comunale andò incontro a delle difficoltà. Infatti
la legge comunale e provinciale prevedeva listituzione di istituti similari
solo in assenza di biblioteche pubbliche cittadine. Per Pisa,quindi, città
universitaria e provvista di un ricco patrimonio librario non sussisteva lobbligo
di una biblioteca comunale. Permaneva al tempo stesso uneffettiva difficoltà
psicologica per i cittadini meno attrezzati culturalmente (studenti medi, lavoratori,
pensionati, ecc.), quelli che «mai avrebbero avuto il coraggio di varcare
il portone della Sapienza per accedere alla Biblioteca Universitaria, di salire
la scalinata di Piazza dei Cavalieri per frequentare quella della Normale,o
di varcare la soglia di altre biblioteche altamente specializzate» (Fausta
Cecchini). E fu proprio la Cecchini, allora assessore alla pubblica istruzione,
che coronando i precedenti sforzi di Italo Bargagna, Vittorio Galluzzi, Enrico
Pistolesi, Renato Pagni, Roberto Supino, Vittorio Malvaldi, Aldo Luperi, Maria
Timpanaro, Elena Moneti dAmico e Luigi Semerano – si batté per
lapertura della Biblioteca Comunale, deliberata ufficialmente dal Commissario
Prefettizio Mario Cataldi, e inaugurata il 14 gennaio 1963.
Quantunque di recente fondazione
è già largamente conosciuta in città e fuori. Una delle
ragioni che spinge verso la Biblioteca Comunale un numero sempre maggiore di
frequentatori è indubbiamente costituito dalla facilità con cui
possono ottenersi in prestito le opere in essa contenute. Il regolamento della
biblioteca stabilisce che al prestito sono ammessi tutti i richiedenti residenti
nel territorio dellAssociazione Intercomunale n. 12 che abbiano almeno
compiuto 13 anni di età (il prestito è gratuito). Sono iscritti
al prestito: 2.500 cittadini dai 15 anni in su a Palazzo Pretorio, e 1.500 dai
13 ai 14 anni alla Biblioteca dei Ragazzi. Essa è stata costituita originariamente
da 200 volumi di storia pisana dellArchivio Comunale e dalle donazioni
di Vincenzo Lupo-Berghini e Maria Timpanaro, per un totale di circa 5.300 volumi.
Si sono succeduti alla direzione:
il compianto Noriano Andreini (1963-81), Vincenzo Lupo-Berghini (1981-88) e
Luciano Blasi (1989); inoltre è doveroso ricordare lalacre e indefessa
attività di Realda Fiumicelli in servizio dalla fondazione al 1°
ottobre 1992, nonché direttrice ad interim nei periodi di vacanza
direttoriale.
Al 1° settembre 1993 la
Biblioteca Comunale conta 35 mila volumi – classificazione decimale Dewey (letteratura
38%, scienze sociali 17%, geografia e storia 16%, scienze pure 8%, arti 5%,
tecnologia 4%, religione 2%, linguaggio 1%, altri generi 3%). Succursali della
Biblioteca Comunale sono la Biblioteca dei Ragazzi (in Palazzo Lanfranchi: 3
mila volumi) e la sezione dei Passi (2 mila; dove si può anche leggere
«La Gazzetta dello Sport»). Lemeroteca annovera 73
periodici, di cui 15 quotidiani, 9 settimanali, 1 quindicinale, 40 mensili e
8 plurimensili. È in fase di compimentolautomazione per prestito
e catalogazione secondo il progetto ATLAS (Athenæum Library Automation
System), in collegamento con il sistema di elaborazione ubicato presso la
Biblioteca Provinciale. La Biblioteca Comunale vanta un flusso di 76.180 utenti
annui. Oltre alle soluzioni di carattere logistico (si parla di un trasferimento
nella fatiscente sede dei Vigili Urbani), la direzione sta mettendo a punto
lo sviluppo di tre temi.
Un inserimento nelle attività
amministrative municipali attraverso la trasformazionein Biblioteca dIstituto.
Un esempio: il Comune spende danaro pubblico per lacquisto di 10-15 abbonamenti
a «La Gazzetta Ufficiale dellaRepubblica Italiana» (quasi
uno per ufficio); basterebbe un abbonamento unico da parte della Biblioteca
Comunale, la puntuale distribuzione di fotocopie agli uffici di competenza ed
avremmo un enorme risparmio.
La managerialità della
pubblica amministrazione. Aprirsi maggiormente alla cittadinanza contro la sorpassata
concezione monacale del bibliotecario, e opporsi alla considerazione della biblioteca
vista come deposito da parte di amministratori e burocrati (il personale
è insufficiente).
Poi la didattica.Collegamento
con le istituzioni scolastiche e territoriali (Provveditorato agli Studi, Sopraintendenza
ai Monumenti, ecc.) per essere presenti nel recupero dei fenomeni di cultura
locale, così come la diffusione e vendita di opere di interesse generale
(in questo senso vanno lette le iniziative seminariali, educative ed editoriali
volute dal direttore Luciano Blasi, intese a divulgare, conoscere, e approfondire
aspetti della tradizione e della storia del Gioco del Ponte: 1990-93).
Infine manca ancora una fotocopiatrice
a disposizione dei lettori, bloccata dal Comune per un cavillo, già da
moltissimo tempo superato dalle biblioteche Universitaria e Provinciale.
Orario settembre 1993-giugno
1994: Mar-Ven 9.00-13.30, 16.00-19.00; Sab 9.00-13.30 (dal 1989 la Biblioteca
Comunale è aperta anche al mattino).
© Giovanni Armillotta, 1998