"METODO", N. 18/2002

Marco Tangheroni
(Ordinario di Storia medievale all’Università degli Studi di Pisa)
CONSIDERAZIONI SULL’“ISLAMICAMENTE CORRETTO”

La presenza in Italia, come in molti altri paesi europei, di comunità islamiche numericamente consistenti pone problemi di rapporti fra culture, intese nel senso ampio del termine. Purtroppo, essi molto raramente sono affrontati, inquadrati e approfonditi come sarebbe necessario. Al contrario: vengono generalmente elusi, o, al più – ed è forse peggio – rapidamente liquidati con un po’ di “buonismo”, una superficiale informazione-deformazione a proposito di dottrina dell’islam, con generici appelli al dialogo e con fumose apologie delle società multiculturali. Si tratta di atteggiamenti che, con l’autore del libro qui segnalato, possiamo definire “islamicamente corretti”, variante specifica del più generale “politicamente corretto”. Né, va aggiunto, valgono atteggiamenti di segno opposto, ugualmente comunque improntati alla non-conoscenza, caratterizzati dal rifiuto immediato e totale del diverso, dell’“altro da sé”. In ben diversa prospettiva si muove, per fortuna, lo studio di Giovanni Cantoni, Aspetti in ombra della legge sociale dell’islam, Per una critica della vulgata “islamicamente corretta”, Centro Studi sulla Cooperazione Arcangelo Cammarata, San Cataldo [Caltanissetta] 2000. Tale studio, infatti, si caratterizza per la solidità e la ricchezza della base documentale, costruita insieme su letture e su informazioni, e per l’originalità e la profondità delle riflessioni. L’importanza del contributo di Cantoni è sottolineato dall’incisiva e autorevole prefazione del gesuita, di origine egiziana, Samir Khalil Samir, studioso di grande rilievo del pensiero arabo musulmano e di quello arabo cristiano.
L’autore, in un ampio capitolo introduttivo, spiega le ragioni del suo lavoro e ne indica i destinatari principali; cioè, il “perché?” e il “per chi?”. Le prime sono da individuare nell’oggettiva importanza di temi come la condizione in cui vivono nel mondo islamico le minoranze religiose e la crescente immigrazione di uomini musulmani in Europa; uomini, appunto, e non semplice manodopera, secondo la puntuale espressione dello scrittore svizzero-tedesco Max Fritsch, “portatori di una cultura che è sempre anche, quando non soprattutto, una cultura religiosa”. Quanto ai destinatari principali, essi sono il mondo cattolico e le strutture politiche.
Cantoni offre, in apertura di libro, una sintesi dei concetti chiave dell’islam, per poi approfondirne la particolare “compenetrazione strutturale di religione e di vita socio-politica”, dalla quale discende l’altrettanto particolare rapporto fra religione e potere politico che lo caratterizza, almeno nelle forme storicamente più importanti e attualmente più diffuse. Si tocca, così, una questione veramente centrale che, però, la cultura occidentale fatica a comprendere: un po’ per la differenza delle categorie concettuali di partenza; un po’ per lo scivolamento dal piano dei fatti a quello dei desideri. Non si può – fra cristiani e musulmani se non tenendo conto che l’islam è una “religione politica”, nella quale, fra l’altro, essendo assente – ed è assenza importantissima – la nozione di peccato originale, il “regno di Dio” è di possibile realizzazione sulla terra: donde, facilmente se non inevitabilmente, una forte tensione utopica.
Vi è, quindi, un problema strutturale del dialogo inter-religioso, per riprendere il titolo del terzo capitolo del libro. In proposito Cantoni precisa che, essendo l’islam caratterizzato dall’esclusività del rapporto dell’uomo con Dio, dunque privo di rappresentanze unitarie soprattutto dopo che il califfato è stato soppresso anche formalmente nel 1924, il dialogo con esso può essere soltanto un dialogo con singoli musulmani. E soltanto avendo chiari gli accennati aspetti fondamentali della realtà islamica è possibile affrontare – ed è quanto l’autore fa nel quarto capitolo – importanti temi particolari che, altrimenti, non sono inquadrabili adeguatamente. Ciò vale per la posizione politica e la vita religiosa dei non musulmani nei paesi islamici, spesso altamente drammatiche: una situazione di fatto che ha però le sue radici nella dottrina insieme religiosa e politica dell’islam. Basti, sul punto, pensare alle terribili sentenze sia nel Corano che nelle tradizioni del Profeta nei confronti degli “apostati” per intendere l’impossibilità radicale di ammettere qualsiasi forma di proselitismo, da parte del cristianesimo come di ogni altra religione. La base della nazionalità islamica è religiosa, non etnica o linguistica o territoriale: perciò l’apostasia è un tradimento politico.
In questo quadro realtà come il “fondamentalismo” o l’“integralismo”, e lo stesso “terrorismo”, vanno intese, altrimenti rischiamo di rimanere vittime dell’occidentalizzazione, per così dire, di questi termini, originati dalla necessità di una mediazione culturale con le nostre concettualizzazioni. Il fatto è che – piaccia o non piaccia il fatto ai “buonisti” – non è vero che tutte le religioni sono sostanzialmente uguali per atteggiamento pur nella loro diversità. Questo relativismo religioso non è solo pericoloso dottrinalmente; di più: esso impedisce di capire, e quindi di affrontare, la realtà.
Invece, proprio ad affrontare la realtà mira esplicitamente il libro di Giovanni Cantoni qui sinteticamente presentato. Raggiungendo, mi sento di affermare, lo scopo fondamentale per cui è stato scritto. Il che non esclude, voglio però sottolineare in conclusione, che esso appaia utile pure a soddisfare in parte e a ulteriormente sollecitare più generali curiosità culturali, nel senso buono e positivo della parola curiosità. Proprio per questo motivo ritengo auspicabile, accanto alla sua augurabilissima penetrazione negli ambienti della cultura cattolica e fra i politici, anzitutto fra quelli con responsabilità “di governo”, presenti o future, individuati dall’autore come primi destinatari, una larga diffusione pure in ambito universitario: anche tenendo conto del mediocre livello, sul punto, della manualistica e, non di rado, della stessa manualistica specialistica.