Pier Luigi Maffei
(Professore ordinario
in Architettura tecnica all’Università degli Studi di Pisa Presidente
AIAV)
ANALISI DEL VALORE
UN METODO INTERDISCIPLINARE PER GESTIRE LE ENTITÀ COMPLESSE NELLOTTICA
DI UNO SVILUPPO SOSTENIBILE
Effetti, contromisure e confronto tra
istituzioni amministrazioni movimenti
1
Analisi del Valore Regionalismo e Globalismo nella Politica del Clima
UNU Montecatini 2003 Riqualificazione delle Coste del
Mediterraneo Convegno CITTAM - Napoli 2003
1. La velocità dei cambiamenti in atto e l’evoluzione delle
situazioni sociali ed economiche richiedono di sviluppare la cultura dei contributi
interdisciplinari coordinati, da mettere a supporto delle decisioni politiche.
2. Occorre distinguere con chiarezza il momento della programmazione
pluriennale dal momento dei progetti di attuazione, redigendo a conclusione
del programma, per ogni iniziativa da intraprendere, un Documento preliminare
all'avvio della progettazione – Dpp.
3. L’università[1] è per definizione
il luogo adatto per riunire intorno ad un tavolo tutte le competenze e le
rappresentanze necessarie per redigere il Dpp, che dovrà risultare completo
sul piano degli obiettivi, dei vincoli e delle prestazioni attese, delle esigenze
e delle risorse necessarie per produrre e per gestire l’entità considerata,
per tutto il ciclo di vita per essa ipotizzato.
4. Il metodo suggerito in fase di programmazione per redigere
il Dpp ed in fase di progettazione degli interventi per le verifiche e la
validazione finale, è l’Analisi del Valore.
L’Analisi
del Valore - Value Analysis, è stata ideata da Lawrence D. Miles, ingegnere
statunitense, negli anni ’40. Gli studi che Miles mise a punto negli anni
successivi permisero di affermare che oltre ad esistere sempre soluzioni
alternative ad una proposta originaria, queste soluzioni spesso svolgono le
funzioni richieste con prestazioni migliori a parità di risorse impiegate o in
taluni casi anche con un risparmio di risorse.
Il metodo AV non può prescindere dal lavoro di gruppo con
fasi di attività interdisciplinare, dal rigore nello svolgimento delle attività
suddivise in cinque fasi: informativa, creativa, analitico-selettiva, sviluppo
delle soluzioni da proporre e presentazione, più quella eventuale di implementazione,
dal porre l’attenzione sulle funzioni che devono essere rigorosamente definite
e classificate, dalla stima delle utilità delle funzioni primarie da esplicare,
dalla stima dei costi globali che conseguono a poterle esplicare nel tempo
considerato, dall’esprimere nella fase creativa soluzioni alternative rispetto
a quella originariamente analizzata. Il lavoro si completerà con una adeguata
presentazione delle soluzioni in ordine di priorità per il valore stimato,
a supporto di coloro che dovranno compiere le scelte.
Le pinete litoranee nella tenuta del Tombolo gestita dal Centro “E. Avanzi” |
Come per tutte le entità complesse, il
problema va di conseguenza affrontato con una cultura di processo, ricorrendo
ad un metodo di approccio interdisciplinare coordinato, in una visione globale
espressione della convergenza di tutte le informazioni portatrici di reali e
comprovate esigenze e della rinuncia ai particolarismi contrari all’interesse
generale comune, assumendo la diversità delle culture e la specificità dei
luoghi come valori da rispettare e quindi vincoli, non già da riguardarsi come
inevitabili fardelli, ma come stimoli alla creatività per esprimere tutte le
potenzialità.
Dalle informazioni assunte e dalle
elaborazioni conseguenti al raggiungimento dell’obiettivo della “sostenibilità”
ne deriva la valutazione della compatibilità ed incompatibilità delle attività
e degli interventi, al fine di evitare sprechi di risorse finite non
riproducibili, di consentire sinergie nel rispetto delle condizioni necessarie
per uno sviluppo sostenibile e di compiere scelte adeguate nell’ottica del
rispetto dei diritti umani in una visione globale integrata.
I
contenuti del documento che segue, frutto dell’esperienza condotta da un Gruppo
di Lavoro Interdisciplinare nell’ambito della Scuola Pisana “Valore e Qualità”[2],
sono stati presentati da chi scrive in due Convegni: “Regionalism and
Globalisation in Climate Policy” tenutosi a Montecatini Terme, il 25 Settembre
2003, organizzato dalla United Nation University in collaborazione con il
Centro Italiano per le Associazioni Internazionali, allorché intervenne in
rappresentanza dell’Università di Pisa, delegato dal Magnifico Rettore Prof.
Marco Pasquali, durante il “Workshop Regionalism and Globalisation in Climate
Policy”, sul tema: Titolo dell’intervento: Value Analysis: an interdisciplinary
method to manage the complex entities in the optics of the sustainable
development. Segue un estratto del testo del Report Centre for European Policy
Studies (CEPS) di Brussels, redatto in conseguenza dei lavori di detto
convegno:
“At Universities climate change
related issues are taught in several disciplines. Research is done on renewable energy, biofuels, and
many more issues. By combining chemistry, engineering and other fields of study
innovative solutions can be created. the “value analysis” approach, which
loocks at the sustainability of whole ecosystems, is such an approach. Now it
is used by the International Organisation for Standardisation (ISO) resulting
in environment and sustainable developmennt standards that take into account
the whole value chain.”
Il
secondo Convegno Internazionale nel quale furono espressi i contenuti del testo
che segue, è quello che fu organizzato dall’Università degli Studi di Napoli
“Federico II”, Polo delle Scienze e delle Tecnologie – CITTAM - Centro Interdipartimentale di Ricerca per lo
studio delle tecniche tradizionali dell’area mediterranea fu l’International
Conference Cittam 2003 tenutosi a Napoli nei giorni 26, 27 e 28 giugno 2003
Cittam a Napoli sul tema della “Riqualificazione delle Coste del Mediterraneo
tra tradizione, sviluppo e interventi sostenibili”.
L’argomento
affrontato dallo scrivente nella sessione “i costi delle coste” riguardò la
necessità di affrontare i temi complessi in modo organico ed interdisciplinare,
risultando cruciale un approccio maturo ed efficace per creare le condizioni di
una salvaguardia attiva e per la valorizzazione delle risorse e per lo sviluppo
delle potenzialità non ancora del tutto espresse. Il ricorso all’Indice di
Valore, derivante dall’Analisi del Valore di Lawrence D. Miles, fu presentato
come parametro utile per la programmazione, la progettazione, realizzazione e
gestione degli interventi sul territorio, finalizzati a soddisfare in modo
coerente con l’ambiente, le esigenze degli abitanti e di tutte le componenti in
gioco, consentendo di mettere a fuoco in modo organico e globale gli obiettivi
delle trasformazioni, i vincoli e le utilità delle funzioni che incidono sul
territorio costiero, in rapporto alle risorse di cui c’è necessità per produrre
e gestire gli interventi e le opere nella vita utile ipotizzata.
L’Analisi
del Valore è un metodo e una tecnica operativa di natura interdisciplinare che
si basa sull’analisi funzionale e sul confronto tra l’utilità delle funzioni e
i loro costi globali, tradotto nell’indice di valore. il parametro utilità può
così tener conto di tutti quei fattori che, concorrendo allo sviluppo
sostenibile, sono di norma analizzati a monte di ogni intervento sul
territorio, quali gli elementi estetici, tecnici, tecnologici, socio-economici
e culturali in genere. Nei costi globali, d’altro canto, si tiene conto in modo
realistico del costo degli interventi in tutto il ciclo di vita, dalla
costruzione alla demolizione o trasformazione.
Il contributo offerto intese mostrare come un metodo e una tecnica rigorosa, introdotta tra l’altro nell’attuale normativa sui lavori pubblici e sulla definizione e determinazione dei loro costi standardizzati, consentano di affrontare in modo maturo e non demagogico le scelte progettuali connesse all’uso di territori di alto valore paesaggistico, quali le Coste del Mediterraneo, mettendo attorno ad un tavolo di lavoro comune i vari soggetti coinvolti nella programmazione e nel governo del territorio. L’individuazione degli elementi di analisi, e quindi dei “valori” essenziali ad una valutazione delle trasformazioni nelle aree costiere è dunque il palinsesto essenziale per ogni applicazione su casi concreti. Nel merito furono portati ad esempio i Progetti per una biosfera dell’area pisana litoranea: l’edilizia locale sostenibile, assumendo il concetto di “sostenibilità” quale paradigma guida per molte attività umane, e prime tra esse quelle che vanno ad incidere sul territorio ed affrontando il tema della sostenibilità ambientale in una ottica pragmatica e matura impone in primo luogo una riflessione sul metodo da adottare per raggiungere l’obiettivo di uno sviluppo degli delle attività e degli insediamenti umani che sia compatibile con la salute dell’ambiente di cui l’uomo stesso è parte integrante. Una risposta efficace può venire dall’affrontare ogni problematica inerente la trasformazione di sistemi edilizio-ambientali complessi mediante un metodo interdisciplinare coordinato e mediante l’uso di appositi strumenti di supporto alle decisioni, quale è l’Analisi del Valore.
2
Progetto Trio E-learning della Regione Toscana Principi di Bioedilizia |
Numerose esperienze e-learning sottovalutano la peculiarità delle
discipline e dei curricula che devono caratterizzare i percorsi finalizzati
alla formazione di figure professionali.
Non basta, infatti, fornire testi ed immagini: per formare operatori si
richiedono ricerche ed elaborazioni personali, fasi di lavoro individuale e di
gruppo, atte a comprendere i significati e gli aspetti funzionali di entità
complesse.
I moduli e-learning del progetto Trio, consentono al potenziale utente
multimediatico, attraverso una serie di moduli formativi che prevedono
differenti gradi di approfondimento, l’apprendimento degli obiettivi e dei
contenuti dei moduli realizzati da testo scritto e integrati con immagini,
grafici, schemi o commenti audio e verifiche del grado di apprendimento tramite
test distribuiti o concentrati al termine dei moduli stessi.
Rispetto a quanto sperimentato con il Progetto Trio: Principi di
Bioedilizia in merito a prodotti, materiali, componenti e sistemi
edilizio-ambientali, il passo successivo dovrebbe essere caratterizzato dalla
possibilità di accesso a laboratori remoti tipo “virtual lab”, caratterizzati
da strumentazione reale e da reali “emulatori” di apparato/sistema per
consentire di apprendere a distanza i contenuti formativi tipici
dell’Information and Communication Technologies.
La distance learning sta radicalmente trasformando molti degli aspetti
della società dell’informazione (si pensi all’e-healt, e-inclusion,
e-government, e-commerce, ecc); l’esperienza didattica assistita a distanza,
monitorata e supportata da docenti in un ambiente virtuale condiviso - l’
"aula virtuale" – consente, infatti, di raggiungere anche l’obiettivo
di personalizzare le attività secondo le specifiche esigenze di ciascun
partecipante, mediante contestuali periodiche interazioni, oltre che di creare
occasioni di confronto e stimolo per ulteriori arricchimenti.
L’idea, nata da esperienze condotte nei settori delle Telecomunicazioni[3], sta per essere sviluppata nel settore
dell’Ingegneria Edile prendendo a riferimento i Sistemi bioedilizio-ambientali.
Avendo lo scrivente curato a Pisa la “traduzione” in UNI della europea UNI EN
12973:2003 – Gestione del Valore (Value Management), ci si è resi conto quanto
sia utile abbinare all’Analisi del Valore la tecnica operativa FAST (functional
analysis system tecnique) nel definire e presentare ordinatamente, in sequenza
logica: obiettivi, vincoli, esigenze, funzioni/attività, requisiti, risorse
economico-finanziarie per produrre le opere e per gestirle nella vita utile
ipotizzata.
Sviluppo significa miglioramento e progresso: indica un cambiamento
verso una situazione preferibile a quella presente che porti delle
trasformazioni positive a coloro che la vivono.
Il concetto di sviluppo sostenibile sintetizza un problema di grande
complessità: ovvero come rendere compatibili le esigenze del sociale e
dell'economia con le ragioni dell'ambiente, a livello dell'intero pianeta.
Mediante l’integrazione, la composizione ed il bilanciamento delle tre
dimensioni (sociale, economica ed ambientale) si superano i programmi ed i
progetti di sola equità sociale, di
sola crescita economica (Munasinghe e Mc Neely, 1995). e di sola conservazione
ambientale[4].
Nel
1994 l’ICLEI (International Council for Local Environmental Initiatives) ha
puntualizzato che lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo che garantisce a ognuno
i servizi ambientali, sociali ed economici di base, senza minacciare
l’evoluzione dei sistemi (naturale, costruito e sociale) dai quali dipendono
tali servizi.
Il
significato che viene attribuito al termine sviluppo è molto ampio. Con questo
termine, si vuole intendere l’insieme delle modifiche nella struttura
economica, sociale, istituzionale e politica che sono necessarie per realizzare
la transizione da una economia agricola pre-capitalista ad una capitalista
industriale.
Nel
1991 il Programma Ambiente dell'Onu, la World Conservation Union e il Fondo
Mondiale per la Natura (WWF) hanno definito lo sviluppo sostenibile come
"il soddisfacimento della qualità della vita mantenendosi entro i limiti
della capacità di carico (carrying capacity) degli ecosistemi che ci
sostengono"
|
I
quattro principi[5]
operativi per garantire lo sviluppo sostenibile ambientale sono:
- il peso complessivo
dell'impatto della specie umana sui sistemi naturali deve essere riportato
al livello in cui non supera la capacità di carico della natura;
- il prelievo delle
risorse rinnovabili non deve superare la loro velocità di riproduzione;
- il
prelievo di risorse non rinnovabili deve essere compensato dalla produzione
di pari quantità di risorse rinnovabili che, a lungo termine, siano in grado
di sostituirle;
- lo
scarico di emissioni nell'ambiente non deve superare la capacità di assorbimento
dei recettori.
Dal 2001 la regione Toscana promotrice
del progetto TRIO organizza ogni anno a luglio un meeting internazionale che tratta il tema della globalizzazione e
che riunisce istituzioni locali e regionali, leader della società civile e
personaggi di spicco impegnati in campo politico, sociale e culturale a
discutere e proporre azioni sulle esigenze più urgenti che sono emerse durante
l’ultimo anno.
|
Nell’ottica
di corrispondere a questi indirizzi, il progetto TRIO ha rappresentato
un’occasione di rivedere le tradizionali tecniche di insegnamento, per
corrispondere alle nuove esigenze dettate dalla presente generazione. Visto che
tali esigenze saranno sempre più sentite dalle generazioni future si può
affermare che il progetto TRIO è stato un programma rivolto ad assicurare un
corretto sviluppo sostenibile.
Quindi
la soddisfazione delle esigenze dell’attuale e delle future generazioni è
condizione necessaria affinché vengano corrisposti i principi per un corretto
sviluppo sostenibile. Il sistema esigenziale è però un sistema complesso che si
trova ad interagire con gli altri sistemi complessi come i sistemi sociali,
economici, ecc.
Per
questo merita soffermarsi su cosa si intende per sistema esigenziale: il
concetto di “qualità” è da riguardarsi, così come da definizione recepita in
UNI, come grado di soddisfazione delle esigenze. E’ chiaro che nell’ottica
dello sviluppo sostenibile non si può allora parlare di “qualità” in termini
assoluti, bensì di “valore” in quanto la soddisfazione delle esigenze va vista
come obiettivo da raggiungere in rapporto alla disponibilità di risorse
limitate, all’uso che di esse è possibile fare con giudizio ed equità e a
priorità da decidere in maniera condivisa.
A
questi presupposti è orientato il metodo “Analisi del Valore” che prende in
considerazione il rapporto fra la soddisfazione delle esigenze e l’impiego di
risorse necessarie per soddisfarle. Un prodotto, un servizio, o una
qualsivoglia loro combinazione è giudicato di “Valore”, allorché è assicurato
un corretto rapporto tra l’utilità che ne deriva dal poterne fruire, in un
determinato contesto e per un programmato periodo di tempo, e le risorse da
impiegare.
Supportato
quindi dal metodo dell’Analisi del Valore, il modulo di Principi di Bioedilizia
predisposto dal sottoscritto nell’ambito del progetto TRIO, si prefigurava fra
gli altri l’obiettivo di trattare il concetto di sostenibilità dello sviluppo e
illustrare come si traducono in architettura e in edilizia i concetti fin qui
espressi per lasciare alle future generazioni edifici sostenibili.
Nelle
civiltà preindustriali, ad eccezione di grandi opere pubbliche, il rapporto tra
costruzione degli edifici e sito era diretto ed i materiali impiegati, le fonti
energetiche ed i processi costruttivi erano connessi al luogo in cui si
costruiva.
Il
rapporto che così veniva ad instaurarsi tra il sito e l'edificio era diretto, e
la dimensione degli insediamenti abitativi comportava un'intrinseca
integrazione tra l’edificio e l’ambiente naturale circostante con conseguente
mantenimento dell'equilibrio ecologico del sistema ambientale interessato
dall'insediamento antropico.
A
fondamento di ciò c'era la profonda conoscenza del clima.
Ne
derivava pertanto un'architettura generalmente gradevole e confortevole, sia
dal punto di vista dell’aspetto sia da quello dell'abitabilità degli spazi
interni.
Lo
scambio termo-igrometrico dell'edificio con l'ambiente esterno è sempre stato
un punto critico della pratica costruttiva e, nel tempo, alle varie latitudini
e longitudini, è stato affrontato e risolto in vari modi, tantochè la
produzione architettonica di ogni epoca storica può essere classificata in tre
modelli abitativi, a seconda della relazione con l'ambiente esterno, cioè nel
modello conservativo, selettivo o rigenerativo.
Alla
base del modello conservativo c'è lo sfruttamento della massa dell'involucro
esterno dell'edificio e della sua inerzia termica (archetipo di questo modello
è la caverna); il modello selettivo è caratteristico della fascia tropicale e
si basa sullo sfruttamento delle masse d'aria per asportare il calore in
eccesso e/o raffrescare gli ambienti per evaporazione (archetipo di questo
modello è la capanna); il modello rigenerativo, prodotto negli ultimi secoli, è
il grattacielo al cui interno viene instaurato un clima artificiale, il cui
differenziale con l'esterno è mantenuto da impianti tecnici.
Le
buone regole del costruire connesse al miglior orientamento dell’edificio,
all’ottimizzazione dell’illuminazione naturale, alla ventilazione degli
ambienti, alla forma finalizzata a minimizzare i fabbisogni energetici, sono
nel corso dell’ultimo andate perse fino al punto che per ritornare ai concetti
base dell’architettura e dell’edilizia sono stati introdotti filoni tematici
denominati talvolta bioedilizia, altre volte bioarchitettura, architettura
bioclimatica, ecc.
In
letteratura è invalso l’uso di considerare sinonimi bioedilizia e
bioarchitettura; in realtà siccome ogni opera edilizia non assurge a livello di
architettura, nel significato ad essa attribuito da Vitruvio che dichiara
imprescindibile la coesistenza di utilitas, firmitas e venustas, ha senso di
anteporre al termine edilizia il prefisso bio se l’opera corrisponde alle
esigenze ambientali, funzionali ed energetiche, in sintesi alle condizioni di
uno sviluppo sostenibile, mediante il massimo sfruttamento possibile delle
condizioni naturali. Appare superfluo di mettere il prefisso bio ad
architettura, allorché si è in presenza di edifici che corrispondono ai
requisiti vitruviani.
Con
l’introduzione di tali aggettivi si è voluto prima sottolineare l’importanza
della risposta alle esigenze di benessere ed in particolare a quella
sottoclasse connessa al comfort ambientale da corrispondere mediante l’utilizzo
di risorse naturali e facilmente rinnovabili e
poi, introdurre il concetto di “sviluppo sostenibile” nell’architettura,
attribuendo a questa, la possibilità di migliorare la qualità della vita, senza
per questo valicare i limiti della capacità di carico degli ecosistemi o
compromettere le possibilità che le generazioni future.
Il
termine bioclimatico venne usato per la prima volta dal botanico e climatologo
tedesco Köppen che, nel primo decennio del secolo scorso, sviluppò un sistema
di classificazione del macroclima terrestre basato sull'adattamento climatico
della vegetazione nelle diverse zone del pianeta. L'applicazione del termine
alla progettazione architettonica è di molto successiva e risale ai primi anni
sessanta. Essa è dovuta ai fratelli Olgyay, architetti americani di origine
ungherese, che per primi studiarono, secondo un approccio scientifico, le
problematiche connesse con le interazioni tra clima ed architettura,
approfondendo in modo particolare l'aspetto del controllo solare.
L'architettura
bioclimatica, e parimenti la bioarchitettura che la comprende, è capacità di
evidenziare problemi e proporre soluzioni sostenibili per l'ambiente e
compatibili con l'uomo.
3
Le esperienze condotte nell'ambito del Centro Interdipartimentale Enrico Avanzi dell'Università di Pisa |
Il Centro Interdipartimentale “Enrico
Avanzi” dell’Università di Pisa è una istituzione che ha in gestione un ampio e
significativo territorio della Toscana Litoranea, all’interno del Parco di
Migliarino, S. Rossore e Massaciuccoli. Si tratta di un ambiente ricco di una
grande varietà di risorse naturali, facente parte dell’area vasta comprendente
le Province di Livorno, Lucca, Massa-Carrara e Pisa, caratterizzata da città
prossime fra loro, ricche di storia e di tradizioni.
Le attenzioni poste dal Consiglio del
Centro alla ricerca delle condizioni per assicurare uno sviluppo sostenibile in
un territorio soggetto al fenomeno della subsidenza e all’avanzamento
nell’entroterra di acqua salsa, in una situazione nazionale di crescente
aumento percentuale di anidride carbonica dovuta anche al progressivo aumento
di superfici di terreno reso impermeabile, sono state tradotte in una proposta
da parte del Parco di Migliarino, S. Rossore e Massaciuccoli accolta
positivamente dall’UNESCO, con il riconoscimento del contesto ambientale di cui
il Centro è parte come Riserva della Biosfera.
Il contesto del progetto di biosfera
dell’area pisana litoranea si è rivelato idoneo a studiare un insieme di
interventi che potessero essere nel contempo casi di studio per l’applicazione
dei principi della sostenibilità alla specifica realtà territoriale della costa
pisana e strumenti per la promozione e valorizzazione di una coscienza maggiore
nella popolazione residente sulle problematiche del sistema biosfera.
E’ nato da queste premesse l’ipotesi di
un centro di ricerca e sperimentazione innovativo, nel quale il tema della
compatibilità bioecologica nei sistemi edilizio-ambientali venga affrontato in
un’ottica interdisciplinare coordinata. La localizzazione di questo ambizioso
progetto è stata ipotizzata nel podere “Torretta”, situato all’interno del
centro “E. Avanzi” in uno splendido contesto paesaggistico, nell’ambito di
un’area utilizzata per colture bioecologiche sperimentali.
Il progetto si inserisce in un più
complesso insieme di interventi, comprendente una banca del genoplasma per la
salvaguardia delle specie arboree, una foresteria e un centro di accoglienza e
di divulgazione delle attività svolte in ambito “biosfera”. La presente
comunicazione mostrerà lo stato di avanzamento del progetto ed evidenziarà i
primi risultati dell’attività del laboratorio per la sperimentazione dei
materiali e componenti bioecologica, con particolare riguardo per le
applicazioni nel recupero dell’edilizia nell’area litoranea del parco naturale di
Migliarino-San Rossore.
Nell’affrontare la complessa realtà di
tale sistema edilizio-ambientale, caratterizzato da una forte componente
antropica, c’è d’altronde il convincimento che la ricerca di un equilibrio non
possa prescindere da un razionale utilizzo di tutte le risorse che il
territorio offre, prevedendo attività e funzioni utili in rapporto alle risorse
che è possibile mettere in gioco, o che comunque si intenda utilizzare. Ne è
conseguito l’orientamento che un eventuale proseguo di attività nel contesto
più ampio dovrebbe vedere impegnato un gruppo di lavoro che, operando con
l’Analisi del Valore, verrebbe ad assumere come parametro per le analisi, gli
studi e le verifiche delle proposte l’indice di valore, rapporto tra l’utilità
delle funzioni primarie ed i costi globali da sostenere per esplicarle nel
ciclo di vita ipotizzato.
Tra
gli obiettivi prefissati vi sono quelli di rilevare la situazione del tutto
straordinaria di un comprensorio ricco di valori naturali e al contempo
fortemente antropizzato, parte del quale destinato a colture sperimentali e
quello di rilevare le emissioni di CO2 per arrivare a stabilire i limiti in
rapporto alle caratteristiche del territorio interessato, con riferimento alla
superficie di terreno reso impermeabile, alla vegetazione, ma anche di prendere
in considerazione e monitorare il fenomeno di subsidenza di un territorio che
ha visto le bonifiche ed il conseguente avanzamento nell’entroterra delle acque
salse, per verificare lo stato dell’equilibrio idrogeologico e trovare le
condizioni atte ad assicurare uno sviluppo sostenibile. Ne deriveranno elementi
utili per trovare quale sia l’oggettivo rapporto tra attività umane e il
fenomeno dell’aumento di temperatura, consapevoli dell’importanza che questi
fatti devono essere resi noti ai fini di creare le condizioni per corrispondere
ai bisogni e alle esigenze reali, con la cultura della rinuncia al superfluo
per evitare abusi di risorse irriproducibili, necessarie per l’umanità intera.
La partecipazione agli studi può essere vista come occasione di presa di
coscienza diretta dei problemi, ma anche come stimolo alla collaborazione del
singolo individuo che dovrebbe anche farsi carico di come intervenire sui mass
media, allorché non ravvisasse coerenza tra quanto occorre fare e cosa viene
propagandato anche sotto forma di filmati di intrattenimento che ricalcano,
talvolta, schemi e modelli di altre realtà e che vengono programmate nel nostro
Paese nel momento in cui quello che le ha prodotte è già passato a proporre
altri più validi riferimenti. Si sente, in particolare, la necessità di avere
delle informazioni complete e chiare, scisse dai commenti che devono essere ben
evidenziati, a parte.
Il
tema dello sviluppo sostenibile penetra inevitabilmente anche all’interno del
tessuto urbano; in questo contesto le amministrazioni comunali, provinciali e
regionali devono adottare piani di qualificazione urbana per sviluppare in modo
sostenibile periferie e centri storici per renderli corrispondenti alle
esigenze della popolazione odierna, senza compromettere le possibilità per le
generazioni future di soddisfare le
proprie.
E’
proprio il tavolo unico, l’approccio globale e il coordinamento di una persona
che consente di prendere in esame tutti gli aspetti e di portarli a sintesi in
un unico documento.
Ne
deriveranno anche possibili compartecipazioni alla copertura dei costi da
affrontare per le positive conseguenze che l’intervento programmato potrà
portare anche a livello superiore laddove per un territorio particolarmente
dotato in termini naturalistici si dovesse decidere nell’interesse generale che
esso debba costituire il polmone “verde” di un territorio più ampio.
L’approccio
globale interdisciplinare coordinato nell’analisi di tutti i documenti
disciplinari ad oggi prodotti, consentirà di portare a sintesi in un programma
unitario tutti gli aspetti, suggerendo anche come utilizzare le risorse e
ripartire le spese occorrenti per dare risposte esigenziali alle varie
dimensioni, perché, anche nel caso specifico di una realtà territorialmente
assai contenuta come quella da noi studiata, si avrà una risposta che in realtà
non interesserà solamente coloro che in essa risiedono, che sono presenti o che
comunque su essa gravitano, ma il territorio più o meno direttamente
interessato dalle scelte che si andranno a compiere.
Nello
specifico caso di studio, le risposte non interessano e non riguardano
solamente coloro che sul territorio preso in considerazione risiedono o sono
temporaneamente presenti, o che comunque su esso più o meno direttamente
gravitano per attività plurime, in quanto, per esempio, la presenza di alte
percentuali di anidride carbonica con pericolo di effetto serra, in territori
sempre più invasi da costruzioni e soggetti quindi ad una progressiva impermeabilizzazione,
è problema che riguarda tutta l’umanità, che comporta a coloro che nel contesto
preso in considerazione vivono, operano e lavorano, di dover compiere scelte
responsabili in una visione generale.
A
benefici per tutti debbono però corrispondere costi da ripartirsi ai vari
livelli; ovverosia alle realtà che sostengono ed attuano iniziative utili,
risultando quindi socialmente responsabili, devono essere corrisposti adeguati
supporti, così come alle imprese e alle aziende socialmente responsabili
vengono concessi vantaggi fiscali. In altre parole, si richiede, di assumere le
decisioni a più ampia scala territoriale per riequilibrare i “sacrifici” delle
realtà che rinunciano ad interventi localmente giustificati sul piano
dell’utilità locale, fino a costituire, per esempio, il sistema verde di tutto
un più ampio contesto territoriale. Ciò rientra del resto nello spirito di
Agenda 21 che richiede espliciti impegni ai vari livelli.
Il Centro interdipartimentale “Enrico
Avanzi”, con il suo territorio destinato a colture sperimentali e con i suoi
beni edilizi, rappresenta un luogo estremamente significativo per affrontare
temi di ricerca sulla sostenibilità dello sviluppo che possano avere pratiche
ricadute sul territorio.
La realtà interdipartimentale consente al
Centro di porsi in modo credibile come luogo nel quale svolgere attività di
ricerca interdisciplinari su un territorio di indubbio valore utilizzato per
sperimentare colture e sistemi produttivi di nuova generazione, rispettosi
delle tradizioni culturali e della biodiversità; inoltre il patrimonio edilizio
del Centro consente pratiche sperimentazioni di interventi innovativi,
affiancando gli aspetti delle trasformazioni edilizie e quelli
dell’integrazione ambientale con la ricerca di nuove destinazioni d’uso
compatibili ed economicamente redditizie, in grado di rappresentare progetti
pilota per interventi analoghi sul territorio e al contempo di dare al Centro
un giusto ritorno economico-gestionale.
Progetto di idee per la ristrutturazione dell’antica
“Torretta”
e per la realizzazione del centro di ricerca per la sostenibilità di materiali e componenti bioecologici |
Tra
le possibili utilizzazioni delle strutture esistenti è stata ipotizzata la
costituzione di un Centro di ricerca, documentazione, sperimentazione ed esposizione
di prodotti, materiali e componenti biocompatibili per l’edilizia, prevedendo
anche sperimentazioni di edilizia bioclimatica con ricorso a forme alternative
di produzione di energia, ipotizzando e programmando cicli di vita tali da
poter ottimizzare l’indice di valore, ai fini di potere avere congrui utili
in rapporto ai servizi da rendere ai fruitori, stando ovviamente all’interno
delle risorse umane ed economiche oggettivamente disponibili o che si renderanno
disponibili nel tempo. Il Centro potrà svolgere sperimentazione sulla sostenibilità
dei materiali e dei componenti per conto di società operanti nel mondo della
produzione edilizia, fornendo il valore aggiunto di poter disporre di spazi
e occasioni per sperimentazioni in contesti estremamente significativi.
La creazione del Centro è prevista nel progetto di ricerca sulla
“ecosostenibilità degli interventi sui sistemi edilizio-ambientali”, progetto
coordinato da chi scrive ed effettuata con significativi apporti
interdisciplinari, dal Dott. Ing. Raffaele Boccaccini, Dottore di Ricerca in
Ingegneria Edile, nell’ambito di una Ricerca sostenuta dal centro “Avanzi” con
un Assegno Biennale.
Il progetto rientra nel più generale quadro organico del Parco di S. Rossore,
Migliarino e Massaciuccoli che ha visto l’UNESCO riconoscere una parte del
Territorio Litoraneo Toscano con la relativa fascia costiera e marina come
Riserva della Biosfera.
Le linee guida per la redazione degli
Studi di fattibilità - Sdf - predisposte dai Nuclei regionali di valutazione
delle opere pubbliche (Nvuu) istituiti con la legge 144/1999 prevedono,
peraltro, che nello Sdf ci sia uno spazio dedicato a considerazioni sulla
compatibilità ambientale che obbligano ad assicurare che nei processi di
formazione delle decisioni, non siano compromessi gli obiettivi generali di
protezione della salute, di qualità della vita, di mantenimento della
bio-diversità, di riproduzione degli ecosistemi e di utilizzo razionale e
durevole delle risorse naturali.
Anticipando le considerazioni ambientali
a monte del progetto, con tutte le competenze necessarie che devono entrare in
gioco in un momento precedente, coloro che sono chiamati a compiere le scelte
non si troverebbero quindi a dover valutare gli effetti negativi (la parola
impatto denuncia un effetto traumatico e negativo) che le loro scelte hanno
prodotto, ma a quantificare il valore della soluzione proposta e delle
alternative eventualmente prodotte nella fase creativa, garantendo la
soddisfazione delle esigenze in rapporto ai costi globali, interni alle risorse
disponibili per produrre e gestire, a vantaggio del rispetto delle condizioni
per uno sviluppo sostenibile per l'attuale e per le future generazioni.
Il
progetto “State of the World 2003” evidenzia che temi complessi come quello
della sostenibilità dello sviluppo che richiede il confronto delle connessioni
che esistono tra eventi riguardanti il clima, le foreste, l’acqua, le
biodiversità, le specie minacciate, ecc., necessitano di un approccio interdisciplinare
e di analisi funzionali volte a considerare i 100 indicatori relativi
all’“Ambiente Italia 2003” in rapporto alla situazione mondiale.
4
Politiche Urbane e Territoriali Una esperienza didattica nel corso interfacoltà di Scienze per la Pace - Università di Pisa |
Ogni
attività ed intervento umano che vada ad interessare il Pianeta deve essere
programmato e progettato in modo tale che l’operato risulti compatibile con il
sistema più ampio di cui la Terra è parte. Per raggiungere l’obiettivo di uno
sviluppo compatibile con le caratteristiche dell’ambiente, il concetto di
“sostenibilità” va quindi assunto come paradigma guida, in quanto esso
presuppone che la crescita economica e sociale di ciascuna realtà venga
perseguita senza compromettere l'integrità dell’ecosistema e la capacità di
soddisfare i bisogni dell’attuale e delle future generazioni.
È all’interno dei vincoli biofisici che si deve muovere la
programmazione economica, in sintonia con i ritmi della natura e con le
dinamiche dei cicli biogeochimici globali. I vincoli definiscono la carrying
capacity del pianeta, cioè la capacità di portare, di sostenere la popolazione
e tutte le altre forme viventi (vegetali e animali) di cui l’uomo e la natura
hanno bisogno per sopravvivere: questa è la base della sostenibilità.
Il
concetto di sostenibilità è presente nella storia dell'umanità sin dalle sue
origini. Molte civiltà, filosofie, religioni, fedi e culture del mondo,
antiche e recenti (Buddismo, Gandhismo, Induismo, dei Sumeri, dei Maya, delle
aree Mediterranee, degli Indiani Nord Americani, etc.) hanno cercato e cercano
di gestire il rapporto tra umanità e natura in termini di saggezza.
Nell’
antica Grecia, era di vitale importanza l'equilibrio
tra popolazione e risorse all'interno delle città. Ad esempio, Platone era
favorevole alla crescita zero della popolazione e Aristotele affermava che una
città popolosa era assai difficile da governare.
Un
antico proverbio del Kenya dice: "Noi non ereditiamo la Terra dai nostri
genitori; la prendiamo in prestito dai nostri figli". Questo esempio
fornisce un'immagine trasparente del significato di avvenire: un valore di importanza basilare per la sostenibilità.
Le
antiche culture indiane del Nord America sostenevano: "Questo noi
sappiamo. La Terra non appartiene all'uomo; l'uomo appartiene alla terra. Tutte
le cose sono connesse. Qualsiasi cosa accada alla Terra, accade ai figli della
Terra. L'uomo non ha tessuto la tela della vita. Egli ne è soltanto un filo.
Qualsiasi cosa egli faccia alla tela, lo fa a sé stesso" (dall'orazione di
un capo indiano del 1852). Questo atteggiamento tradizionale verso la natura
fornisce un'altra chiara immagine dell'importanza dei
La
definizione attuale di società richiama una crescita lineare e progressiva
(fino ad arrivare al concetto di crescita economica ottimale), una
razionalizzazione culturale, un primato
della produzione razionalizzata (sia di beni materiali che di servizi), un’applicazione universale di metodi
scientifici per la soluzione di problemi; tutti questi elementi costituiscono
le componenti di un senso di certezza e di fiducia nell'abilità e nella capacità
del genere umano di dominare la natura.
Come
scriveva lo studioso Robertson nel 1985, il Rinascimento, la Riforma
Protestante e, più recentemente, la rivoluzione industriale hanno comportato un
totale cambiamento di prospettiva. Il genere umano ha preso le distanze
dall'universo naturale per osservare se stesso separatamente dall'ambiente che
lo circonda. Da una posizione esterna, l'uomo ha misurato, studiato, sfruttato
ed imbrigliato la natura; ha trattato la natura come un oggetto esterno,
facendole subire i processi oggettivi della scienza e quelli manipolatori della
tecnologia; ha trattato le altre specie come cose da catturare, osservare,
vivisezionare, usare e distruggere per soddisfare gli scopi umani.
Questa
percezione della natura come qualcosa di separato dall'uomo ha avuto un impatto
negativo sul modo di concepire il lavoro, e sui generi di lavoro che le persone
hanno svolto ed ai quali hanno attribuito valore durante l'era industriale.
In
sintesi, l'ambiente ha valore soltanto nella misura in cui fornisce benefici
agli esseri umani. E viceversa, ciò che era utile per l'economia degli esseri
umani avrebbe dovuto essere utile anche per la natura. E' noto che, oggigiorno,
questa giustificazione logica è fortemente rifiutata dai movimenti verdi.
Molti
autori concordano sull'influenza mondiale delle culture eurocentriche ed
occidentali nel corso dell'era moderna. Si tratta chiaramente di un problema
storico, e costituisce un esempio del processo umano attraverso il quale
civiltà e culture precedenti hanno potuto essere sostituite, integrate,
annientate o distrutte da nuove culture più potenti. In verità le società
occidentali sono divenute, a livello mondiale, poteri dominanti, mentre le
altre società si indebolivano .
Esistono
però filosofie e culture che hanno attratto milioni di persone (Buddismo,
Gandhismo) e che ancora oggi mantengono diversità sostanziali rispetto alla cultura
dominante, promossa e sviluppata dalla società occidentale.
Mentre
tali culture fanno parte dell'area della moderazione, professando la frugalità
come filosofia e stile di vita, la minaccia principale alle prospettive di sviluppo
sostenibile proviene dalla cultura occidentale, che può essere
etichettata come la cultura dei massimi.
Questi
due differenti stili di vita si confrontano ancora. Oggigiorno, per esempio,
diverse comunità, essenzialmente rurali, esprimono culture che sono più
rispettose dell'ambiente naturale e delle altre specie viventi, e sono più
sensibili ai cosiddetti cicli naturali della vita rispetto a quelle tipicamente
industriali.
In
altre parole, la rivoluzione industriale, che ha consentito agli esseri umani
di porre fine ai periodi di carestia, non ha completamente cancellato, dalla
memoria collettiva delle diverse culture occidentali, l'influenza delle culture
antiche o tradizionali, come ad esempio quella rurale.
Di
fatto, a partire dagli anni ‘60, anche nei paesi che hanno sperimentato e
promosso l'industrializzazione, si sono levate ampie critiche ai loro modelli
di sviluppo.
Queste
critiche erano mirate ad entrambi i principali sistemi dell'era industriale
(società capitalista e comunista), ed hanno contribuito anch'esse alla nascita
della nozione di sostenibilità.
I
modelli di sviluppo sostenibile cercano soluzioni per utilizzare le risorse
umane e tecnologiche in modo da tenere anche conto di fattori quali la capacità
di carico e l'impatto ambientale, l'esauribilità e l'equa ripartizione delle
risorse, nonché il diritto di ogni essere umano di soddisfare i propri bisogni
primari e di poter godere di una qualità della vita dignitosa. Si tratta, in
sostanza, di passare da una politica di crescita indiscriminata a una politica
di maggiore equilibrio e rispetto. L'idea di uno sviluppo senza limiti è
infatti un'ipotesi illusoria che si scontra con ostacoli di natura tecnica,
sociale, ma soprattutto con le effettive capacità dell'ambiente di sopportare
uno sfruttamento incontrollato e indiscriminato delle risorse. Tale approccio
richiede, peraltro, una reale consapevolezza delle condizioni di fame e miseria
in cui versano le popolazioni delle aree più povere del pianeta, poiché un
mondo con aree di povertà endemica è sempre a rischio di gravi catastrofi
ecologiche.
Ancor prima di relazionare questo concetto a quello di
“sviluppo”, è necessario definire il termine dal punto linguistico. Ne “Il
dizionario della lingua italiana” di Devoto G. e Oli G. C. 1990 Firenze
troviamo: Sostenibilità, possibilità di essere mantenuto o protratto con sollecitudine e impegno o di essere
difeso e convalidato con argomenti probanti e persuasivi.
Sostenibilità intesa come l’insieme di relazioni tra le
attività umane e la loro dinamica e la biosfera, con le sue dinamiche,
generalmente più lente. Queste relazioni devono essere tali da permettere alla
vita umana di continuare, agli individui di soddisfare i loro bisogni e alle
diverse culture umane di svilupparsi, ma in modo tale che le variazioni
apportate alla natura dalle attività umane entro certi limiti così da non
distruggere il contesto biofisico globale. Non sarà mai superfluo ricordare che
non può esistere una crescita infinita su un pianeta finito (sono proprio i due
principi della termodinamica a non permetterlo). Il processo entropico e il
processo evolutivo hanno una sola direzione e questa non può essere cambiata,
non possiamo sottrarci alle loro leggi. Il tempo non può essere capovolto. Ma
sulla velocità di questi processi (cioè sulla loro derivata rispetto al tempo)
possiamo esercitare la nostra influenza.
La cultura contemporanea ha assunto il concetto di
“sostenibilità” quale paradigma guida per molte attività umane, e prime tra
esse quelle che vanno ad incidere sul territorio. Appare però evidente che
manca chiarezza e metodo in molti approcci alla progettazione, costruzione e
gestione dei sistemi edilizi ambientali. Affrontare il tema della sostenibilità
ambientale in una ottica pragmatica e matura impone in primo luogo una
riflessione sul metodo da adottare per raggiungere l’obiettivo di uno sviluppo
delle attività e degli insediamenti umani che sia compatibile con le
caratteristiche dell’ambiente di cui l’uomo stesso è parte integrante.
Lo sviluppo sostenibile si profila, così, per il nostro
pianeta come una delle più grandi sfide del nostro millennio in campo sociale,
economico ed ambientale. Si tratta infatti di costruire una società che sappia
coniugare la tutela dell’ambiente, lo sviluppo sociale ed economico delle
comunità locali e che conduca a una più equa distribuzione delle ricchezze e al
mantenimento delle risorse per le future generazioni.
Le società occidentali sono divenute, a livello mondiale,
poteri dominanti, mentre le altre società si indebolivano anche se esistono
filosofie e culture che hanno attratto milioni di persone (Buddismo, Gandhismo)
e che ancora oggi mantengono diversità sostanziali rispetto alla cultura
dominante, promossa e sviluppata dalla società occidentale. Di fatto, a partire
dagli anni ‘60, anche nei paesi che hanno sperimentato e promosso
l'industrializzazione, si sono levate ampie critiche ai loro modelli di
sviluppo.
Secondo
alcuni autori, il concetto di sostenibilità appare per la prima volta nel 1968,
ad una conferenza inter - governativa di esperti sulla Biosfera, tenuta a
Parigi e da lì si sono succedute numerose conferenze al fine di far diffondere
i principi dello sviluppo sostenibile.
In pratica, lo sviluppo sostenibile si fonda su uno sfruttamento e su una
gestione razionali delle risorse, in modo da soddisfare adeguatamente i bisogni
fondamentali dell'umanità (cibo, vestiario, abitazione e lavoro). I modelli di
sviluppo sostenibile cercano soluzioni per utilizzare le risorse umane e
tecnologiche in modo da tenere anche conto di fattori quali la capacità di
carico e l'impatto ambientale, l'esauribilità e l'equa ripartizione delle
risorse, nonché il diritto di ogni essere umano di soddisfare i propri bisogni
primari e di poter godere di una qualità della vita dignitosa.
Si tratta, in
sostanza, di passare da una politica di crescita indiscriminata a una politica
di maggiore equilibrio e rispetto. L'idea di uno sviluppo senza limiti è
infatti un'ipotesi illusoria che si scontra con ostacoli di natura tecnica,
sociale, ma soprattutto con le effettive capacità dell'ambiente di sopportare
uno sfruttamento incontrollato e indiscriminato delle risorse. Tale approccio
richiede, peraltro, una reale consapevolezza delle condizioni di fame e miseria
in cui versano le popolazioni delle aree più povere del pianeta, poiché un
mondo con aree di povertà endemica è sempre a rischio di gravi catastrofi
ecologiche.
Antonino Zichichi in “Scienza ed
emergenze planetarie”, Superbu Saggi, fa riferimento a tematiche riguardanti
acqua, suolo, cibo, energia, inquinamento (globale e locale), limiti dello
sviluppo, cambiamenti climatici, monitoraggio globale del pianeta, minacce
militari nel mondo multipolare, scienza e tecnologia per le nazioni in via di
sviluppo, problema della sostituzione degli organi, AIDS e malattie infettive,
inquinamento culturale, difesa comune contro oggetti cosmici, investimenti
militari. Quanto alle minacce per la salute del pianeta terra il libro del
Prof. Zichichi dà un contributo significativo e demistificatorio dei discorsi
catastrofistici di certi propagatori di falsa scienza e per quanto attiene
argomenti più specificatamente rivolti alla salute del pianeta Terra tratta di
inquinamenti di atmosfera, dell’acqua, del suolo, effetto serra e possibili
conseguenze nella configurazione degli insediamenti umani, deterioramento della
fascia di ozono e considerazione sugli effetti riguardanti la protezione della
vita animale e vegetale del pianeta, fenomeni di siccità e desertificazione,
manipolazioni genetiche, accrescimento della popolazione.
Il
progetto “State of the World 2003” evidenzia che temi complessi come quello
della sostenibilità dello sviluppo che richiede il confronto delle connessioni
che esistono tra eventi riguardanti il clima, le foreste, l’acqua, le
biodiversità, le specie minacciate, ecc., necessitano di un approccio
interdisciplinare e di analisi funzionali volte a considerare i 100 indicatori
relativi all’“Ambiente Italia 2003” in rapporto alla situazione mondiale.
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Proposta di un Dottorato di Ricerca Interdisciplinare sui Sistemi Edilizio-Ambientali per uno Sviluppo Sostenibile |
La proposta di un percorso formativo post laurea di alta
specializzazione sul tema degli interventi rispettosi della ecosostenibilità in
campo edilizio-ambientale, nasce dalla consapevolezza, maturata nel corso di
anni di ricerche e di didattica universitaria, della primaria importanza di
dover fornire al futuro project manager operante sul territorio un metodo di
supporto alla programmazione, alla progettazione e gestione degli interventi,
caratterizzato da un approccio interdisciplinare coordinatono e da efficaci
strumenti operativi.
Assumendo l’Analisi del Valore come metodo e tecnica operativa di cui alle
norme europee UNI EN 1325-1:1998 e UNI EN 12973:2003 verranno prospettati e
discussi, con l’apporto collegiale dei docenti di varia disciplina,
significativi casi di studio, prendendo
a riferimento i principi costitutivi fissati dall’UNESCO per le Riserve della
Biosfera. Riprendendo le condizioni
della sostenibilità in un’ottica locale, sarà possibile indicare strategie
programmatiche e progettuali atte a tutelare il patrimonio edilizio e
paesaggistico fino alla scala del dettaglio operativo.
Il parametro assunto per la comparazione tra proposte diverse è
l’indice di valore ambientale delle entità che verranno analizzate in termini
di funzionalità ed ecocompatibilità, rapporto tra l’utilità derivante dalle
scelte proposte ed il costo globale che ne consegue, rapportando cioè la
risposta esigenziale in termini di servizi resi dall’opera considerata, alle
risorse di cui c’è necessità per la produzione e per la gestione dell’opera
stessa nella vita utile per essa ipotizzata.
Sostenibilità implica qunque necessariamente l’interdisciplina, con
attenzioni trasversali tra ambiente, economia e società civile, condizione
prima per addivenire a programmi e scelte progettuali adeguate, in quanto
conseguenza di analisi dettagliate relative al contesto locale nel quale si
opera, verificate con il supporto di strumenti scientifici in grado di rendere
comunicazione anche a livello politico.
Le complesse tematiche verranno affrontate in modo da corrispondere
alle esigenze di tutte le parti in gioco, dando spazio ad una progettualità
partecipata così come previsto da Agenda 21, al fine di accrescere la cultura
della sostenibilità dello svilupp, senza alcuna rinuncia sulla possibilità di
corrispondere alle necessità di chi opera ai vari livelli, in territori assai
delicati ed in contesti edilizio-ambientali di grande valore. Da qui la
prevista attività di laboratorio su casi di studio presenti nel contesto
territoriale del Centro “Enrico Avanzi” dell’Università di Pisa, all’interno
del Parco di Migliarino, S. Rossore e Massaciuccoli.
Il percorso sarà pertanto caratterizzato da insegnamenti a carattere
metodologico ed operativo interdisciplinare, comprendenti attività di
laboratorio su casi di studio significativi.
Riferimenti
bibliografici
· Miles
D.L., Techniques of Value Analysis and Engineering, Mc. Graw Hill, New York
1972
· Dell’Isola
A., Value Engineering in the construction industry 1982
· Dandri
G., Costruire con l’Analisi del Valore, Edilstampa, Roma 1993
· Kirk
S.J., Spreckelmeyer K.F., Enhancing Value in design decision, U.S.A. 1999
· Bibliografia
· AA.VV., Costruire sostenibile,
Alinea
· Editrice,
SAIE 2000
· AA.VV., Verso un libro
verde per l’edilizia sostenibile. La qualità energetica e ambientale dell’edificio,
· ENEA,
gennaio 2000.
· AA.VV., Bioarchitettura
Europa Symposium,
· Editore
Istituto Nazionale Bioarchitettura, Bologna, ottobre 2001
· Francese, D., Architettura
Bioclimatica, risparmio energetico e qualità della vita nelle costruzioni,
di Pier
Luigi Maffei
· Quelle valeur pour le Management, Congrès du 20° Anniversaire
de l'Association Francaise pour l'Analyse de la Valeur: Quelle valeur pour
l'an 2000, vol. -, 420, Parigi 1998
· Qualità totale
e Analisi del Valore nel processo edilizio, ETS, Pisa, 164, 1998
· L’analisi del
valore per la qualità del progetto edilizio, Il Sole24Ore, Milano 1999
· Architettura
bioclimatica, SEU, Pisa, 59, 1999
· (con S. Pagliara), Value Management
in buildings design, SAVE International Conference, Proocedings,
vol. -, 340, San Antonio 1999
· (con M. Fiorido), Progetti di
recupero globale alla scala ambientale edilizia: l’accessibilità come elemento
generatore nelle scelte progettuali. Il caso del Convento di Nicosia a Calci,
III Convegno Nazionale ARCo, Associazione per il Recupero del Costruito, "Manutenzione
e recupero nella città storica", Roma 1999
· Il concetto
di utilità nella stima dell'indice di valore, Qualità, num. 8,1999
· (con N. Marotta), L'analisi del
valore nella valutazione del rischio incendio, Ambiente e Sicurezza,
num. 23, 2000
· Il concetto
di valore nell'architettura tecnica, IlSole24Ore, Milano, 192,
2001
· (con altri), La nuova sede:
Nuova sede dell'Amministrazione Provinciale di Pisa nell'ambito del parco
urbano di Cisanello - Linee guida per la progettazione, TEP, Pisa,
120, 2002
· Il contributo
dell'analisi del valore per la definizione delle opere pubbliche standard
e per la determinazione dei costi standardizzati, Atti Forum PA,
Roma 2001
· Lo standard
europeo EN 12973:2000 - Value Management - per la realizzazione delle opere
pubbliche di valore, Il giornale dell'edilizia, num. 7, 2002
· (con
R. Boccaccini), VM tools in the Italian civil construction and building
field, Atti del convegno PMI Europe 2002 - The Project Management Festival,
CD, -, 19-20 giugno, Cannes 2002
· The
value analysis’ contribution in the retraining of the mediterranean coasts,
CITTAM Convegno “Riqualificazione
delle Coste del Mediterraneo”, Napoli 2003
Siti web
[1] Universitas –dal diritto romano: pluralità di cose tenute insieme da un’unica destinazione o di persone costituenti per lo più una struttura corporativa, o di rapporti giuridici facenti capo a un identico soggetto. Dizionario Devoto – Oli: dal latino universitas-atis.
[2]
The “Value and Qualità
School” in Pisa was created by Pier Luigi Maffei who is the co-ordinator and it
is composed by:
Antonio Benvenuti | Giuseppe Bertoneri | Raffaele Boccaccini | Silvia Borgo |
Filippo Calvani | Luca Cavazzuti | Cosimo Chines | Paolo Cresci |
Massimo Fiorido | Alessandro Frolla | Ernesto Lorenzetti | Pier Luigi Maffei |
Riccardo Maffei | Nicola Marotta | Costantino Melis | Giampaolo Munafò |
Andrea Nicoli | Luigi Orefice | Beatrice Parenti | Angela Pezzini |
Massimo Rovai | Filippo Russo |
The school was born and developed in the 80s within the teaching field
of “Technical Architecture and building typologies” referring to the Value
Analysis as method and operative technique to verify and evacuate programs and
projects, as provided by its ideator Lawrence D. Miles and by the European
studies which led to the standards UNI EN 1325-1:1998 – Value Analysis and UNI
EN 12973:2003 – Value Management.
[3] Giordano S., Maffei P.L., Manara G.: Un progetto di Distance
Learning per l’Università di Pisa, Un progetto pilota per i corsi in Ingegneria
delle TLC e Ingegneria Edile.
[4] Un diagramma a triangolo equilatero esprime
graficamente la nozione di sviluppo sostenibile (Giaoutzi e Nijkamp, 1993).
Il diagramma evidenzia tutte le
possibili combinazioni tra le diverse dimensioni, da quelle che massimizzano un
solo obiettivo ( nei vertici A,B,C) a quelle che si muovono lungo il perimetro
del tringolo ( che conseguono e quindi combinano solo due obiettivi) a quelle
che consentono il perseguimento di tutte e tre le dimensioni che si trovano
all’interno del perimetro (Giaoutzi e Nijkamp, 1993). Il vertice A rappresenta
la dimensione economica (efficienza,crescita e stabilità); il vertice B
rapprensenta la Dimensione sociale (povertà, equità intergenerazionale,
cultura), il vertice C rappresenta la dimensione ecologica (biodiversità,
resilienza, inquinamento risorse naturali) .Promuovere lo sviluppo sostenibile
significa ricercare l’equilibrio tra queste tre diverse componenti/dimensioni.
Cfr. L. F. Girard, P. Nijkamp, Le
valutazioni per lo sviluppo sostenibile della città e del territorio, 1997,
pp.23-24.
[5] I principi sono stati fissati dal bioeconomista Herman Daly.