Franco Cardini
(Ordinario
di Storia medievale allUniversità degli Studi di Firenze)
LO SGUARDO SUL CONFLITTO AFGHANO
(scritto il 13 febbraio 2002)
Consentite (come ama dire Lui) unimpudente
provocazione. Dichiaro formalmente di non potermi dire daccordo con la
maggioranza di voialtri lettori e di tutto il mio paese: in quanto sono solo
abbiate compassione di me un razzista tiepido e moderato. Dico
la verità: arrivo a non esser nemmeno troppo convinto che il razzismo sia una
buona cosa.
Lo so. Molti di voi amano ormai parlare di superiorità dellOccidente
e plaudono ai sentimenti di rabbia e di orgoglio con cui una giornalista italiana
trapiantata negli States bolla come codardi, sciocchi e masochisti
tutti quelli che magari credono alla teoria di Samuel Huntington sullo scontro
fra due culture, accettando in tal modo implicitamente che quella musulmana
possa definirsi una cultura. Che vi devo dire? Ho sempre invidiato le persone
di forti, chiari e saldi convincimenti. Io sono uno sempre pieno di dubbi: che
anche quando prende posizioni dure (e mi è accaduto spesso: e me lhanno
rimproverato, mi hanno anche dato del fazioso e dellestremista) non riesce
a non chiedersi se per caso non hanno ragione i suoi avversari. Vi invidio il
vostro razzismo radicale: ma non ce la faccio a seguirvi.
Per esempio, anchio sono stato atterrito e commosso dallorrore dell11
settembre. Ma ormai da cinque mesi stiamo elaborando il lutto per quelle (12.000?,
6.000?, 3.000? Non ci hanno mai detto neppure quante siano con precisione...)
povere vittime, ed è giusto: non bastano le lacrime di tutte le genti del mondo
per lavare il sangue di un solo innocente, figuratevi di qualche migliaio. Ma
nessuno né la Casa Bianca, né il Pentagono, né la Cia, né lFbi,
né lOnu, né la Nato, né la Cnn, né la Bbc, e potrei riempire paginate
di sigle... si è degnata di farmi sapere quanti sono stati i morti innocenti
seminati in Afghanistan dalla rappresaglia statunitense, dai collateral damages,
dagli errori delle bombe intelligenti e da tutto il resto. Ecco,
signori: non sono perdonatemi ancora tanto razzista dal ritenere
che alcune migliaia di vite americane valgano incommensurabilmente e alcune
migliaia di vite afghane (per tacer degli altri: ad esempio gli irakeni che
muoiono ancora, da dieci anni, per colpa dellinutile embargo) non valgano
nulla. Nemmeno Hitler ha mai urlato nei suoi microfoni uninfamia così
enorme come quella che stiamo affermando noi, col nostro complice silenzio.
Cè stata una guerra, si è detto: avremo pure il diritto di esercitare
la nostra legittima difesa contro il terrorismo, no? Senza dubbio: ma guerra
contro chi? Con quali scopi? I personaggi additati come i principali e diretti
responsabili dellattentato dell11 settembre, Usama Bin Laden e il
mullah Omar, sono scomparsi nel nulla: ma ora i Signori della Guerra Atlantica
ci dicono che, in verità, non era certo lassicurarli alla giustizia lo
scopo primario della guerra. E allora perché, allinizio del dicembre scorso,
hanno perfino messo in circolazione il pietoso falso della videocassetta che
dimostrava definitivamente che Usama era il responsabile dellattentato
(perché prove definitive non è stato ancora capace di darcene nessuno) e per
qualche giorno hanno difeso quel falso documento al punto che il presidente
Bush ha minacciato la scomunica politica contro chi ne avesse dubitato, salvo
poi far grottescamente scomparire tutto nel nulla? Ci dicono che la rete di
al-Queida sia smantellata: ma chiunque di noi, se fosse parte di unorganizzazione
terrorista, starebbe fermo e zitto ora che tutto il mondo è allertato. Intanto,
lallarme sta cominciando a calare; si ricomincia a pensare ad altro. Dio
non voglia che qualche brutto risveglio, uno dei prossimi mesi, non cinformi
che la rete di al-Queida è viva e vegeta, o chè stata egregiamente ricostituita.
Cè stata una guerra, e guai a chi ha sommessamente proposto di chiamarla
altrimenti. Ma alcune centinaia di prigionieri, in seguito a quella guerra,
sono stati deportati nella base di Guantanamo: e si è negato allopinione
pubblica mondiale il diritto a qualunque controllo in merito, perfino a qualunque
informazione. Si è parlato di trattamento disumano: ma le autorità statunitensi
hanno risposto di non considerare prigionieri di guerra quegli uomini,
pur catturati durante una campagna che in dispregio di tutte le norme del diritto
internazionale e delle convenzioni dellOnu (ad esempio il giudizio del
Consiglio di Sicurezza, del quale gli Usa hanno ostentatamente fatto a meno)
è stata definita guerra. Insomma: guerra sì, ma come, quando, nella
misura in cui fa comodo a loro.
Una guerra esterna per appoggiare una ripresa della guerra civile afghana, con
un bel rovesciamento di alleanze: e dove ci si fa credere che gli afghani siano
tutti lieti e onorati per il massacro del loro paese; e dove le proteste del
nuovo governo vengono sistematicamente ignorate dai mass-media. Una guerra contro
terroristi, ma anche contro ex-alleati: perché fino dal 1996 i taliban avevano
assunto il potere in Afghanistan grazie allappoggio del Pakistan e dellArabia
Saudita, alleati degli Usa, e del governo americano stesso; che ci faceva affari,
che ci trattava questioni petrolifere, che invitava oltreoceano alcuni loro
rappresentanti. La signora Bush ha incantato le altre signore americane informandole
indignata circa il pessimo modo talibano di trattar le donne: avrebbe potuto
utilmente protestare almeno da cinque anni, perché dalle parti della famiglia
di petrolieri nella quale essa è inserita certe cose ben si sapevano.
Ora, il governo statunitense minaccia di condannare allergastolo il taliban
John Walker, accusato del ridicolo reato di complotto teso a sopprimere soldati
statunitensi: ma lo Walker, chè partito per unirsi ai taliban qualche
anno fa quandessi erano alleati degli Usa, compì allora anche un gesto
obiettivamente patriottico. Gli si vuol ora comminare lergastolo per aver
fatto, da solo, una scelta identica a quella che a suo tempo avevano fatto il
governo e i petrolieri del suo paese.
A questo bel gioco, noialtri italiani stiamo offrendo un fedele contributo.
Siamo notoriamente fedeli ai Potenti Alleati, noialtri. Fulgide pagine di storia
patria, dal 1915 al 1943, sono lì a dimostrarlo. Pare che la campagna afghana
ci costi 80 miliardi al mese, un migliaio di miliardi allanno. È lì che
stanno finendo i soldi che risparmiamo sui tagli? È per le nostre
glorie guerriere che stiamo smantellando lo stato sociale, che notoriamente
ci costa troppo?
Ma si risponderà chè anche questione di business. Ora che la guerra sta
finendo (anche se non ci dicono nulla al riguardo) e che grazie ai bombardamenti
gli arsenali si sono svuotati e bisognerà riempirli: nuova produzione,
nuovi posti di lavoro, allegria gente... si avvierà anche il discorso
della ricostruzione del paese. Dopo la Libertà Infinita, avremo la Pacchia Infinita
degli oleodotti, dei metanodotti, delle commesse internazionali: la nostra Eni
è già in campana da tempo. Perché il Padrone ha deciso di cambiar cavallo: di
mollare lingombrante, insicuro, ambiguo e traballante alleato saudita
e di prender le distanze dai giacimenti petroliferi del Golfo Persico volgendosi
ad altre risorse, ad esempio quelle immense e semi-intatte dellAsia centrale:
e per questo ci vogliono alleati nuovi, i russi e i cinesi, e lottocentesco
Great Game riprende sotto altra forma. Una sfida epocale nuova, affascinante.
Ditemi che è per questo che si è fatto la guerra: altro che legittima difesa,
altro che giustizia...
E poi lo hanno dichiarato alto, certi partiti di governo da sempre sensibili
sul tasto della dignità nazionale era anche una questione di tener alta
la nostra bandiera, mica solo dinteressi e di sicurezza. Li prendo in
parola, questi difensori dellonore del Paese. Concordo profondamente con
tali principi. E aspetto con ansia di apprezzare la forza delle loro vibrate
proteste, in parlamento e sulle piazze, alla notizia di qualche giorno fa: che
il pilota statunitense responsabile della strage del Cermis (quella i cui colpevoli
sono stati ritenuti innocenti da un tribunale americano statunitense: uno schiaffo
in piena faccia agli italiani) è stato di recente premiato per il suo eroico
comportamento sui cieli dellIrak. Siamo dinanzi a una guerra dimenticata:
e non ce ne accorgiamo neppure.
Siamo dinanzi allennesimo conflitto originato dalla schizofrenia dellOccidente
egemonizzato dagli Usa, che predica di Diritti dellUomo e semina solo
Volontà di Potenza. Fanno la guerra anche con i nostri ragazzi e con i nostri
soldi e nemmeno si degnano di ammetterci a uno straccio di fantomatico Consiglio
di Guerra: nossignori, è solo il Grande Sceriffo che può decidere se, dove e
quando estendere il conflitto (Somalia? Filippine? Iran?), e non si cura né
dei malumori interni zittiti dal Patriotic Act, autentica legge liberticida
né di quelli della stessa Nato. Una guerra in cui la potenza egemone
non accetta neppur formalmente il contributo del consiglio degli alleati. Nemmeno
Hitler ci aveva mai trattato con tanta superbia: lui, i generali italiani li
faceva sedere al tavolo e fingeva di ascoltarli.
Siete contenti di tutto questo? Buon pro vi faccia. E vi meravigliate se la
crisi israeliano-palestinese si aggrava e se la tensione internazionale minaccia
di appesantirsi? Tanto, la risposta è pronta: laltro ieri, il mondo era
in pericolo a causa della follia nazista; ieri, per colpa della tirannide comunista;
oggi, per via del fanatismo islamico. Cè sempre un nemico esterno, cè
sempre un colpevole cui addossare la responsabilità delle cose che non vanno:
e se il mondo è dominato dallingiustizia, se il pianeta muore assassinato
dallinquinamento, se i bambini africani e latino-americani muoiono di
fame, la colpa sarà certo di qualcuno: non già comunque nostra, noi siamo tutti
così civili e democratici. Quando ragiona così un individuo, rifiutando ogni
responsabilità e addossandole agli altri, lo si definisce un paranoico; quando
lo fa una civiltà intera, la si definisce superiore. Poi dice che
uno si butta a sinistra, diceva il principe De Curtis. Già: peccato che la sinistra
non ci sia più.
Have a good new millennium, Occidente. Con tanto Mac Donalds,
tanta Coca Cola, tanto star system, tanto Nike, tanto Adidas,
tanta speculazione in borsa. Goditi la superiorità della tua cultura. Io, cristianuccio
vigliacco e razzista tiepido, ti e mi auguro solo che non ti càpiti mai quello
che meriti.