Alessandro Bedini
(Giornalista
e saggista)
LE PAROLE DI FRANCO CARDINI E LA LORO CONTRAFFAZIONE
La recensione allultimo libro di Franco Cardini Astrea
e i titani. Le lobbies americane alla conquista del mondo, Laterza, 2003,
comparsa sulla prima pagina de Il Foglio il 2 dicembre 2003,
è un significativo esempio di come la manipolazione di frasi, periodi e concetti
divenga il mezzo migliore per alterare limpianto di un libro che si vuole
pregiudizialmente stroncare. Non si accetta di discuterne le tesi non condivise
e di discuterle magari animatamente ma sulla base di ciò che viene detto o scritto,
si preferisce manipolare, usare miseri espedienti da attaché di quartordine,
procedere arbitrariamente con il copia-incolla, in modo tale da
suffragare il teorema predefinito: tutto quanto viene detto contro il Bene Assoluto,
leggi gli Stati Uniti dAmerica, è in realtà il Male Assoluto magari celato
sotto le mentite spoglie delle capacità intellettuali di uno storico accreditato.
Nellarticolo (non firmato) de Il Foglio sono assenti
giudizi e opinioni, li si lascia apparentemente al lettore dopo avere però composto
un collage di frasi e periodi il più delle volte estrapolati, che indirizzano
in modo forzoso verso una determinata, preconfezionata conclusione. Lanonimo
articolista, per dare maggior peso alle sue citazioni, indica di volta in volta
le pagine in cui si trovano i passaggi incriminati. E così il giochetto
lo si scopre assai facilmente, il giornalista de Il Foglio
conta evidentemente sulla fiducia del lettore e sulla sua mancanza di voglia
nellandarsi a rivedere tutte le citazioni e confrontarle con loriginale
cardiniano.
Complotto! Griderebbe un noto comico televisivo.
Noi invece ci limiteremo a dimostrare, al di là di ogni ragionevole dubbio,
la malafede dellarticolista e la contraffazione riservata alle cose che
Cardini ha voluto dire. Andiamo per ordine e partiamo dal titolo, o meglio dal
sottotitolo. Vi si legge virgolettato: I video di Bin Laden li fa la CIA
per alimentare lantislamismo. Ebbene nel libro di Franco Cardini
non si trova una frase del genere, ma laverla posta tra virgolette fa
credere a chi legge che il celebre medievista fiorentino abbia scritto proprio
questo. Niente di più scorretto!
Larticolo de Il Foglio continua citando la pag. XI
della Premessa: Unanalisi prosopografica dei consiglieri
di Bush [...] conduce allaffiorare di un gigantesco comitato daffari
che tende allegemonia del mondo. Si legge invece in Astrea e
i titani:
In realtà, però, unanalisi prosopografica del team dei consiglieri del presidente Bush e degli interessi anche personali, familiari e societari di molti componenti lattuale governo statunitense a cominciare appunto da Bush e Cheney, i cui rapporti con la Halliburton, impresa-leader della ricostruzione irakena, sono noti conduce allaffiorare, sotto la crosta delle tesi dei neoconservatives, di un ben più articolato e inquietante panorama. E sorge il sospetto che in realtà ci si trovi di fronte a un gigantesco comitato daffari che lavora non solo e non tanto nel senso degli interessi degli USA, quanto nel quadro di un oramai avanzato progetto di egemonia della politica e delleconomia mondiale, protagoniste del quale sono alcune multinazionali, non necessariamente e non esclusivamente statunitensi. È questo il team che tende, in realtà, allegemonia sul mondo.
Come si può notare lestensore dellarticolo ha ripreso
alcune frasi presenti nella pagina citata e le ha accostate ordinatamente
facendole sembrare parte di un discorso. La realtà è manifestamente diversa.
A pag. 16 si definiscono, secondo Il Foglio, Avventuristi
i neocons. Cardini:
Lavventurismo delle tesi unilateraliste del composito gruppo di Bush e della guerra preventiva ha reso più tardi, tra 2002 e 2003, ancor più fervida limmaginazione (catastrofista ma non gratuita) di Huntington, che è giunto fino a prevedere un probabile scontro militare tra USA e Cina.
Il Foglio: l11 settembre? Lespediente di una provocazione esterna, sfruttando il quale distogliere lattenzione dalla crisi economica interna, è capitato al momento opportuno. Cardini:
Insomma, una tipica situazione di quelle per eludere le quali quando sono incapaci di risolverle i governi fanno talvolta ricorso allespediente di una provocazione esterna, dun problema insorto fuori dei confini del loro paese, sfruttando il quale si può distogliere lattenzione dellopinione pubblica, guadagnare qualche mese di tempo e magari creare anche le premesse per una soluzione di ripiego o demergenza delle questioni di cui non si riesce a venire a capo: ad esempio una campagna militare che rilanci leconomia industriale, dia respiro alla pressione dellopinione pubblica e metta un po le opposizioni a tacere. In queste condizioni e con queste premesse, hanno riflettuto alcuni sia pur con la dovuta prudenza, la tragedia dell11 settembre è capitata in un momento opportuno, conveniente (provvidenziale).
La mancanza dei puntini di sospensione e il collage arbitrario delle frasi sono ancora una volta lespediente per forzare concetti che, come si può notare, risultano assai articolati. A pag. 84, secondo Il Foglio: la democrazia in Iraq, Sicuro pretesto per continuare a presidiare larea irakena così come, per oltre un decennio, gli USA hanno presidiato il Golfo. Parlando del possibile effetto domino che lesportazione della democrazia con mezzi violenti potrebbe provocare contro lOccidente, Cardini afferma una cosa del tutto diversa:
Il punto da capire è il seguente: questi pericoli [destabilizzazione in tutta larea mediorientale, violenta ventata di antioccidentalismo in tutto il mondo arabo, ndAB] sono la sostanza di quello che Bush e i suoi collaboratori ritengono un rischio calcolato che vale la pena di correre, o sono invece qualcosa che, al contrario, la dirigenza statunitense lavora a provocare (sia pure in una misura suscettibile di poter essere politicamente e/o militarmente gestita e controllata) in modo da ricavarne un sicuro pretesto per continuar a presidiare larea irakena così come, per oltre un decennio, ha presidiato quella del Golfo...?
Ancora il quotidiano di Giuliano Ferrara indica un passaggio cruciale a pag. 95 stravolgendone il significato: naturalmente gli americani non se ne andranno [dallIrak, ndAB], sono lì per ricostruire, per gestire il petrolio, per controllare il territorio. Mentre è cominciato il tormentone, Saddam era un criminale, ne ha fatte di tutte, finalmente non cè più.... Messa così la frase potrebbe far pensare a una difesa del dittatore di Baghdad, Cardini invece, riferendosi alle reazioni del popolo irakeno nei confronti delle truppe occidentali scrive:
E già è cominciato, in Iraq e in tutto il mondo arabo, il prevedibile tormentone: Saddam era un criminale, ce ne ha fatte di tutte, finalmente non cè più, grazie per avercene liberato, ora però andatevene e lasciateci fare da soli.
Il finale dellarticolo è scoppiettante. Pagg. 115 e 116, Il Foglio: la fede neocons? Per quanto ciò possa apparire paradossale, è proprio la vicinanza a Israele e alle posizioni sioniste che ha procurato ai settori neocons la simpatia di quei gruppi fondamentalisti cristiani americani che dovrebbero essere a loro più lontani. Il paradosso secondo Il Foglio, si comprende nella pagina successiva Lantislamismo, che senza dubbio appartiene alla sfera degli equivoci politico religiosi, spinge a simpatizzare con chi ha mosso guerra in meno di un biennio a un capo terrorista e a un dittatore mussulmani. Cardini dice tuttaltra cosa ed articola il suo ragionamento nel seguente modo:
Alcuni gruppi, quali lAmerican Family Association, o la Moral Majority, appaiono molto legati a questa presidenza: e identificano il suo programma conservatore sul piano interno e morale con la sua politica estera; da qui ad esempio anche lantislamismo, che senza dubbio appartiene alla sfera degli equivoci politico-religiosi e politico-culturali, ma spinge a simpatizzare con chi in meno di un biennio ha mosso guerra a un capo terrorista e a un dittatore, entrambi musulmani.
Ultima citazione da Il Foglio, pag. 116: il maldestro e probabilmente apocrifo messaggio pervenuto ai media tra il febbraio e il marzo 2003 attraverso la solita videocassetta nella quale Osama incitava i veri credenti al combattimento contro i crociati e gli ebrei è arrivato a corroborare la tesi della Casa Bianca tanto da far pensare a un falso dei servizi americani. Cardini:
Il maldestro e probabilmente apocrifo messaggio pervenuto ai media tra febbraio e marzo 2002 attraverso la solita videocassetta, e nel quale Usama Bin Laden incitava i veri credenti al combattimento per difendere lIraq contro i crociati e gli ebrei, arrivato a corroborare le tesi della Casa Bianca sulla collusione tra Saddam e al-Qaeda con una tempestività tale che da molte parti lo si è considerato un falso fabbricato dai servizi americani, anche visto il precedente di Jalalabad del dicembre 2001 è stato letto appunto anche come prova della collusione tra il dittatore di Baghdad e i fondamentalisti mussulmani, cosa che resta improponibile.
Come si può facilmente notare le contraffazioni sono il tema dominante dellarticolo comparso sul quotidiano diretto da Giuliano Ferrara. Evidentemente a Il Foglio si lavora così, Oscar Wilde sosteneva che la differenza tra letteratura e giornalismo consiste nel fatto che il giornalismo è illeggibile e che la letteratura non viene letta.