AFFARI
ESTERI
Rivista Trimestrale
Anno XXXV, N. 140 Ottobre 2003 (Autunno), pp. 880-881
Fausto Borrelli
EGITTO:
AFFARI ESTERI 1967-1986
di Giovanni Armillotta, Edistudio, 2001, pp. 312, Euro 25,80
Gli anni compresi fra il 1967 e il 1986 sono stati fondamentali
per il consolidamento della nuova politica estera dellEgitto. Lopera
di Armillotta inizia però illustrando, cronologicamente, la storia egiziana
dagli albori fino al 1967, in modo da mettere il lettore nella condizione di
comprendere il ruolo egiziano nellintricato mosaico mediorientale e nellambito
internazionale. Lautore si sofferma sul periodo nasseriano, sulla nascita
e la diffusione del nazionalismo arabo e del tentativo di gettare le fondamenta
di uno Stato non più soggetto ad invasioni, egemonie e pressioni di ogni sorta
da parte dei Paesi colonizzatori, soprattutto della Gran Bretagna.
Segue il periodo caratterizzato dal sorgere (1958) della Repubblica Araba Unita
(RAU), costituita dallunione debole tra Egitto, Siria e Yemen, con il
suo prevedibile scioglimento, tre anni dopo, determinato dallallontanamento
della Siria.
Viene il periodo diplomatico di Amwar el Sadat, attraverso cui lEgitto
stringe patti con il Vicino e Medio Oriente e, poi, con allri Stati ancora;
fra questi anche lo Stato della Città del Vaticano. Paolo VI riceverà due volte
Sadat nellaprile del 1976 e nel febbraio del 1978.
Nella prima udienza, quella del 1976, Paolo VI, dopo aver ricordato la millenaria
cultura egiziana nonché il contributo cristiano alla storia dellEgitto
e quello egiziano alla storia della Chiesa, riconfermò la disponibilità
dei cattolici a collaborare al progresso del Paese, specialmente nel settore
dellistruzione e dei servizi sociali.
Sarà Giovanni Paolo II a ricevere, il 23 maggio 1980, il Ministro degli Esteri
egiziano, Boutros Boutros-Ghali futuro Segretario delle Nazioni Unite
e lattuale Presidente Mubarak il 6 settembre 1980, a Castel Gandolfo
e, successivamente, il 30 gennaio 1982 in Vaticano.
Ma il volume di Giovanni Armillotta non è soltanto un
excursus di politica estera, ma anche un testo di storia recente. Ci
si riferisce allimpegno della diplomazia egiziana per cercare di risolvere
lannosa questione del Sahara Occidentale, ancora oggi insoluta. Negli
anni Settanta, quando i rapporti tra Algeria, Mauritania, Marocco e Fronte Polisario
(movimento operante nel Sahara Occidentale) erano tesi al punto da far presagire
uno scontro armato per lautodeterminazione del Sahara Occidentale, intervenne
lEgitto che evitò un conflitto e indusse le parti al dialogo che ancora
dura.
Ampio spazio è dedicato ai rapporti con Israele, e alla storia dei due Paesi,
alle guerre e poi allo storico Accordo di Camp David.
Unaltra sezione del volume raccoglie, infine, undici interventi di personalità
internazionali sulla politica estera egiziana. Sono indicazioni, interpretazioni
e spiegazioni di alcune decisioni adottate dalla diplomazia cairota nel corso
degli ultimi decenni.
Gli iniziali tre volumi dattiloscritti per un totale di 1.500 pagine
come precisa nella presentazione Vittorio Antonio Salvadorini, professore ordinario
di Storia ed Istituzioni dei Paesi afro-asiatici dellUniversità di Pisa
a conclusione di una ricerca iniziata nel 1984 e basata essenzialmente
sulle fonti documentaristiche e pubblicistiche coeve al periodo 1967-1986,
sono stati ridotti a 312 pagine ricche di dati, di riferimenti e di annotazioni.
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