Allindomani delle libere
elezioni in Albania che hanno confermato al potere il Partito del Lavoro (comunista)
si è udito e letto da più parti la frase: «esito inaspettato».
La mancanza di un serio studio della storia albanese per anni recitata a memoria
su disinformazioni e preconcetti giustifica simili commenti.
Il PLA è stato fondato
in circostanze differenti rispetto agli altri partiti comunisti dellEst
e dellOvest, pedissequi portavoci del Cremlino, e formatisi in seguito
allunione quasi sempre forzata con socialisti, socialdemocratici,
ecc. (ex Germania Democratica, Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Romania).
Esso è stato costituito su un terreno vergine, in cui non esistevano
altre forze politiche rappresentanti strati della società operaia, contadina
o borghese. Il PLA (allora Partito Comunista) si gettò nella lotta, determinato
a creare uno stato nuovo, alternativo alla struttura feudale (imposta dallimperialismo
di Belgrado prima, e fascista poi), sostenuta allinterno nel corso della
guerra dai nazionalisti del Balli Kombëtar e dai monarchici del
Legaliteti.
LAlbania fu lunico
Paese europeo a portare avanti la lotta di liberazione senza laiuto sovietico
o anglo-statunitense. Il PCA facendo leva sui contadini, in una realtà
dove praticamente non esistevano industrie ed era esigua la classe operaia,
è stato artefice del processo dindipendenza, riconosciutogli dalla
diplomazia internazionale. La stessa Europa libera, come fu grata a Skanderbeg
(solo contro i Turchi) non può che esserlo ancora verso questo
piccolo Paese che rifiutò recisamente basi operative e strategiche allURSS.
Sin dopo la Liberazione si
presentò il pericolo dellespansionismo granserbo, per cui fu giocoforza
optare per la scelta "stalinista". La scomunica di Tito nel 48 fu un mezzo
usato dagli Albanesi per contenere il progetto di "settima repubblica" jugoslava.
Di conseguenza il recente abbattimento a Tirana della statua del dittatore georgiano
è volontà del Popolo albanese e non certo frutto delle decisioni
sovietiche, come avvenne nel 56-57 negli Stati satelliti (dove il precedente
ungherese venne soffocato nel sangue dal "buon" Chrucëv).
Lautonomia degli Albanesi
la si riscontrò vieppiù nel corso dellinvasione della Cecoslovacchia:
il PLA stigmatizzò nelle parole e nei fatti (uscita anche formale dal
Patto di Varsavia) il barbaro atto sovietico, in un periodo in cui i partiti
comunisti occidentali confermavano fedeltà a Mosca.
Nel 1989 la dirigenza albanese
condannò duramente le stragi di piazza Tiananman, mentre Gorbacëv
e compagni non battevano ciglio.
Le clamorose bocciature nei
distretti elettorali del presidente Ramiz Alia e di vari ministri, sono la prova
concreta che nellelettore albanese non cè più spazio per dogmi
o sorpassati legami col marxismo-leninismo, bensì il tradizionale patriottismo
e la speranza di creare condizioni per una vita migliore e prospera, priva di
pericolosi entusiasmi e avventati salti nel buio.
La nascita dei partiti Democratico
e Repubblicano indica chiaramente quanto di valido possa esprimere la democrazia
albanese, nel momento stesso in cui si prendano come punto di riferimento lEuropa,
ed i suoi ultramillenari vincoli con il Paese delle Aquile.