Vittorio Antonio Salvadorini (studi a cura di...), Tunisia e Toscana,
Edistudio, Pisa, 2002, pp. 484, 62 illustrazioni, ISBN 88-7036-804-1

INDICE
[per acquisti scrivere a info@edistudio.it]

Vittorio Antonio Salvadorini
Premessa

Giada Alì
Viaggio sull’altra sponda del Mediterraneo

Giovanni Armillotta
Cenni di cronaca politica ed elettorale tunisina dal 1981 al 2000

Ottavio Banti
Pisa Tunisi e il Maghreb tra XII e XV secolo

Graziella Berti
Ceramiche medievali tunisine a Pisa. “Testimonianze materiali” di rapporti politici e commerciali tra la fine del X e la metà del XIII secolo

Marcello Berti
Tunisi, il Maghreb ed i traffici mediterranei (secoli XIV-XVII). Note e documenti

Lucilla Briganti
L’emigrazione “stagionale” dalla Toscana in Tunisia tra Ottocento e Novecento

Nunzio Famoso
La regione costiera della Tunisia tra congestione e sviluppo

Carlo Mangio
Il Granduca, Tunisi, i traffici e gli schiavi. Spigolature d’archivio fra XVI e XVII secolo

Alfredo Massart
Evoluzione del diritto agrario e sviluppo rurale integrato

Furio Raugi
Il conflitto algero-tunisino del 1628 attraverso una fonte documentaria livornese

Vittorio Antonio Salvadorini
Tunisia e Toscana dal 1815 al 1822

Luigi Sapio
Sistema giuridico, contratto agrario e sviluppo rurale in Tunisia

Moreno Toigo
Tunisia: scoperta e ricerca

Maurizio Vernassa
Presenze toscane nella reggenza di Tunisi (1843-1851)

 

Vittorio Antonio Salvadorini
Premessa

Questo volume è il primo risultato di una ricerca sulla Tunisia effettuata da diversi studiosi dell’università di Pisa, alcuni dei quali inseriti formalmente in un progetto di ricerca nazionale, L’Italia e gli altri, finanziato dal Murst.
Le relazioni fra Pisa e la Tunisia sono antichissime, anche se la loro intensità si manifesta con continuità dal Medio Evo in poi, con alternanza di periodi di fruttuosa amicizia o di interessata inimicizia, di cui rimangono ricordi precisi nei documenti e talora nei monumenti.
Nostra intenzione è quella di rinsaldare i momenti di amicizia con la presentazione di studi assolutamente liberi sotto ogni profilo; gli autori hanno scritto e descritto avvenimenti, episodi, problemi con un solo scrupolo, quello del rigore metodologico e filologico nel caso di lettura o rilettura delle testimonianze documentarie e quello della sincera esposizione di fatti vissuti con una coscienza libera da ogni influenza.
Può sembrare superfluo che si voglia fare questo tipo di precisazioni in un volume che si presenta come un lavoro scientifico; in realtà spesso, quando leggiamo opere relative ai paesi del sud del mondo, le connotazioni di carattere ideologico sono anche troppo evidenti; l’eurocentrismo, o una sotterranea vena di scetticismo nei confronti degli altri, finiscono per apparire qua e là, ammantate magari da affermazioni di tollerante comprensione.
Mi sia permesso dire che tolleranza è una parola ambigua: essa serve più a distinguere che ad unire; a noi, e al nostro tempo, serve di più capire, altrimenti in qualche modo si riaffermano principi di colonialismo, sicuramente culturale ma in fondo, sotto sotto, razzista.
Non è certamente questa la posizione di nessuno degli autori; la varietà degli interessi dei singoli, i tempi diversi su cui hanno appuntato la loro attenzione, il materiale oggetto della ricerca, hanno accomunato tutti nel desiderio di offrire, evitando mode di maniera, un contributo alla comprensione reciproca, un caldo invito ad approfondire le mutue relazioni per uno scopo che trascende le nostre vite, i nostri doveri accademici, le nostre preoccupazioni quotidiane, con l’obbiettivo di lavorare per la pace.
Tunisia ed Italia sono due paesi confinanti, appartengono a culture diverse, ma sono unite da uguale profondo interesse per la pace, la cooperazione e la collaborazione in ogni campo; per questo motivo abbiamo dato spazio ad alcuni giovani cresciuti in un periodo in cui sorgono continuamente motivi di dissenso, di insoddisfazione e di disperazione: i loro scritti sono i contributi che danno corpo alla speranza, nata da impreviste co
noscenze ambientali e da indimenticate relazioni personali.
La nostra non è la presentazione di un lavoro, o meglio di una serie di lavori scientifici, ma l’augurio profondamente sentito di un futuro comune di schietta, intelligente, paritaria collaborazione.

Home